Divani al Salone del Mobile.
Ripensando al Salone del Mobile di Milano 2014 i divani sono quanto di più deludente abbia visto.
Non tanto per la qualità dei prodotti e la ricchezza degli stand, che certamente erano sfarzosi e rappresentavano ambientazioni da sogno, ma quanto per l’omogeneità dell’offerta.
Tutti i toni del beige, grigio, panna e tanto nero.
Sedute basse e profondissime, schienali che al massimo arrivano alle scapole, come se nessuno ci si dovesse mai veramente sedere, rilassare le membra e godere di una buona conversazione.
Solo stramazzare forse, dopo una interminabile giornata di lavoro, davanti alla rassegna stampa di mezzanotte o a qualche programma che da quando sono mamma non guardo più perché crollo giusto qualche ora prima.
Che inutile sofferenza potrebbe essere far tutto ciò con le scapole a incastro su uno schienale troppo basso?
In funzione di che piacere estetico trovarmi con la circolazione sanguigna rallentata da una seduta troppo bassa e profonda?
Ma un divano lo possiedo già e pur essendo una punizione starci seduta per ore, è memoria delle case in cui io o Lui abbiamo vissuto e degli eventi della nostra vita insieme che non ci stancheremo mai di ricordare.
Sarà in pelle perché anche se il cane starà per terra, i peli non si dovranno insinuare nella maglia del tessuto e la spugna umida sarà il metodo di pulizia preferito che con il vecchio divano ha sempre dato ottimi risultati.
Questo Limes di Saba Italia, disegnato da Sergio Bicego mi è piaciuto perché non aspira ad essere ambientato in un loft tutto radica e luci soffuse a New York, per gli schienali alti, per lo spazio tra un posto e l’altro e per il fatto che mi ci sono seduta e l’ho trovato comodo.
Mi ci sono immaginata a leggere, scrivere e rammendare e, sorpresa, ha funzionato!
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- May 12, 2014
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