Primi arredi su misura.
Arredare casa non è mai stato previsto.
Non so cosa mi abbia detto il cervello, lo ammetto.
Semplicemente non è stato destinato un budget: ritenevamo che un letto, un guardaroba, il nostro vecchio divano e la libreria in acciaio potessero bastare.
La cucina doveva essere di seconda mano e tutto il resto verrà col tempo, si diceva.
Poi è nato il blog e le collaborazioni con tante aziende italiane che mi hanno permesso di avere il massimo.
Gli spazi luminosi della nostra casa si sono materializzati e la voglia di vederla finita e attrezzata ha prevalso sulla mia capacità di accamparmi a tempo pressoché indeterminato, sempre con il minimalismo e la sintesi materica che mi contraddistinguono sia da accampata che da attrezzata.
La cucina di seconda mano è stata comprata e montata, ma non soddisfatti l’abbiamo ripensata con i meccanismi interni Metod di Ikea, rendendola funzionale anche dove non lo era.
Poi ho cominciato a disegnare, spostare moduli e cassetti e Lui ha iniziato a guardarmi con sospetto, consapevole che il vento stava per cambiare.
Le idee erano ben chiare in testa, il quaderno pieno di disegni e numeri, il profilo Pinterest impazzito per la collezione di immagini piene di ispirazione, gli attrezzi del mestiere allineati e le previsioni del tempo favorevoli. Il vento era già cambiato.
Ho progettato il piano della cucina, la libreria a tutta altezza per il living, un lungo mobile sospeso sul lato della tv, dove la parete fa una strana piega sotto la putrella, una grande credenza sospesa e i mobili su cui posare i lavabi dei bagni.
Mancava solo il materiale giusto e il prodotto con cui trattare questo fantomatico materiale giusto.
Ho visto e toccato essenze pregiate, chiesto preventivi a falegnami e grossisti e alla fine tutto è stato chiaro: non potevamo discostarci dall’abete, se volevamo continuare a mettere legno dentro questa casa. Casa in legno.
E non potevo accostare del legno finto, con l’anima in panforte, laminato, multistrato o quello che è.
Serviva un massello indeformabile, una materia prima con fascino e sostanza da lavorare con gli attrezzi del fai da te ben affilati e tanta pazienza (passando prima un paio di giorni in falegnameria).
La scelta delle vernici è stata quasi automatica e mai è stata considerata la possibilità di utilizzare sostanze petrolchimiche.
Quindi Spring Color, grazie Spring Color: una mano di impregnante Miscela Sana con l’aggiunta di pigmento bianco e ben tre mani di Olio Duro, adatto al trattamento di superfici soggette a forte usura come piani cucina.
Il risultato è stato eccezionale. Il profumo di arancio si è sparso per tutto il giardino e la sera nel living, quando i pannelli vengono portati dentro.
Non è stato tutto così facile, ci stiamo lavorando ininterrottamente da due settimane e solo oggi il piano di lavoro della cucina è stato messo al suo posto e fissato. Pesa tantissimo ed è ancora imbrattato di attrezzi.
A quando il primo pane impastato? A quando l’aroma del primo caffè?
- March 09, 2015
- 0
- Arredamento, Casa in Legno, Colori, Cose Belle, Cucina, DIY, ikea, Spring Color